Da leggere e rileggere. Ricorda tante cose: dalla rutilante storia d’amore di Claude ed Ella che si baciano sulla sabbia, e sembra di rivedere la locandina di Burt Lancaster e Deborah Kerr sulla spiaggia, nel film Da qui all’eternità; a un’atmosfera di Arthur Schnitzler, intima enigmatica e soffusa. Le due protagoniste Ada ed Ella, completamente diverse l’una dall’altra, sono dipinte dalla Franzé come due intime amiche che si rivolgono l’una all’altra in maniera delicata, gentile. Ma c’è qualcosa o qualcuno che lega entrambe. Chi era Elia?

Ella è una donna piena di voglia di vivere e di sperimentare la sua sensualità e la sua sessualità, in un mondo, quello della Parigi anni venti, dove entriamo all’inizio catapultati in un concerto jazz: qui filosofi, libertini e propugnatori dell’amore libero, come i surrealisti, coinvolgono la protagonista. Il lettore rimane un po’ perplesso all’inizio perché nonostante la collocazione del romanzo in un determinato momento storico (i ruggenti anni venti, appunto), l’andamento è atemporale, le figure (i personaggi) sono archetipici e, come tali, si incontrano e si allontanano al di là del tempo. E’ soprattutto di una storia di amicizia che qui si parla…ma Chi era Elia? E’ il miglior amico di Ada tutto qui, ma può essere anche di più, può essere anche molto di più. Può essere una presenza. Mi verrebbe di dire l’immagine crepuscolare di un Poltergeist. Ma non mi voglio sbilanciare, primo per non rovinare con un concetto orrorifico, un romanzo che celebra la bellezza, la luce e l’amicizia; in secondo luogo perché sta agli archetipi lavorare con il fruitore. E’ questo che fa Maria Franzé: conduce il lettore nelle storie di Ella e Ada. Gli offre non un romanzo, ma un’esperienza, in cui provare amore e sesso senza alcun cenno di volgarità, dove provare l’amicizia. L’amicizia, che è forse il più profondo dei sentimenti: l’amicizia, come unione tra due anime che si guardano e si cercano solo spiritualmente.

  • ERA ELIA di Maria Franzé
    Ed. PAV, 2022